In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’esperto attaccante della F.C. Francavilla, Angelo Raffaele Nolè.
Il 36enne centravanti potentino, atleta con alle spalle sedici anni di professionismo tra Serie B e C, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Raffaele, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Ammetto che ancora non sono riuscito a focalizzare bene quanto stia avvenendo. E’ una situazione per certi versi incredibile, accaduta all’improvviso e alla quale non riesco ancora a credere. Al Sud, fortunatamente, stiamo vivendo tutto in maniera meno drammatica rispetto ad altre zone d’Italia, ma pur sempre critica. A volte, è inevitabile fermarsi a pensare e non è difficile accorgersi di quanto, questa situazione, sia delicata e faccia paura. Personalmente, cerco di passare con la mia famiglia il tanto tempo a disposizione, allenandomi in diverse fasi della giornata, attenendomi al programma che ogni giorno ci inoltra il preparatore atletico del Francavilla. E’ dura anche sotto questo aspetto, perché siamo abituati ad allenarci in gruppo e a vivere una quotidianità di cui siamo stati privati improvvisamente. In questo momento però, non possiamo far altro che aspettare con fiducia che questo periodo passi in fretta, per riappropriarci della nostra libertà.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta dalla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questa è una problematica di grande rilievo. Lo stop dovuto alla pandemia in atto, ha sicuramente aggravato la situazione, ma già da molto tempo, tra i Dilettanti, si soffre a causa della totale mancanza di garanzie e tutele contrattuali. A questo proposito, penso sia arrivato il momento di voltare pagina e fare qualcosa di concreto. La maggior parte degli addetti ai lavori appartenenti al mondo dei Dilettanti, vive e lavora in funzione dello stipendio che dovrebbe prendere, utile a mantenere la propria famiglia. Bisogna per forza trovare una soluzione, per garantire tutele che ora non esistono. In Serie D siamo impegnati esattamente come nei Professionisti, abbiamo gli stessi impegni ed orari, stessi giorni e modalità di allenamento, eppure, contrattualmente, ci sono differenze abissali. In questa categoria, ci sono tesserati che non percepiscono lo stipendio addirittura da ottobre o novembre scorso e la Lega deve fare qualcosa per far sì che ciò non accada. Tutti stiamo subendo e subiremo conseguenze enormi dal punto di vista economico, ed è necessario cambiare sin da ora qualcosa per il futuro. Nel frattempo, penso che sia indispensabile trovare un accordo tra tesserati e Società, con un atto di buon senso da parte di quest’ultime, chiamate a venire incontro ad atleti, tecnici e staff, che senza retribuzione non saprebbero davvero come fare per andare avanti.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
La possibilità che tante Società non riescano ad affrontare la prossima stagione, è assolutamente concreta. Anche qui, la Lega, dovrà trovare una soluzione opportuna per evitare una drastica riduzione del numero di squadre. Bisognerà studiare delle agevolazioni, rivedere i parametri d’iscrizione o, comunque, fare qualcosa di decisivo per consentire ad un Presidente, già in difficoltà economiche con la propria attività imprenditoriale, di continuare ad avere la possibilità di investire con entusiasmo nel Calcio. Senza l’intervento di chi di dovere, in un prossimo futuro, sarà sempre più difficile trovare Società sane, solide e ben gestite. Di questi tempi, bisogna essere davvero fortunati a trovare Club come la F.C. Francavilla e persone come quelle che compongono la famiglia Cupparo, uomini seri, competenti, rispettosi e che troveranno senz’altro un modo per mantenere i propri impegni fino alla fine, comunque vada. Ma lo scenario generale, purtroppo, è ben diverso. Credo che anche l’intervento del Governo sia determinante per dare sostenibilità a tutto il movimento. Noi siamo una vera e propria categoria di lavoratori, e come tali, non possiamo essere tristemente abbandonati al nostro destino. E’ necessario tutelare giocatori, allenatori, addetti ai lavori legati ai Dilettanti, e, di riflesso, migliaia di famiglie oggi in grandissima difficoltà.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Io sono fermamente convinto che la stagione sia finita e penso questo già da più di un mese. Vedendo l’evoluzione del virus e le drammatiche conseguenze della sua diffusione, non credo ci siano i presupposti per parlare di ripresa a breve-medio termine. Ancor meno bisogna adesso abbassare la guardia, specie nel Calcio, dove il contatto fisico è continuo e inevitabile, dove si deve necessariamente far uso di spogliatoi con all’interno trenta persone, e dove ci si dovrebbe attenere a dei protocolli sanitari impossibili da rispettare. Nonostante budget totalmente diversi da gestire, faranno enorme fatica anche in Serie A. Tra i Dilettanti, invece, parliamo di dinamiche alle quali quasi nessun Club riuscirà ad adeguarsi. Penso che bisognava prendere una decisione già molto tempo fa. Bisogna essere più veloci e concreti, anche perché, se si ritarda ancora, si rischia di condizionare fortemente anche la prossima stagione. Auspico perciò che si arrivi ad una soluzione rapida, proprio per consentire, a tutti gli addetti ai lavori, di adottare le opportune decisioni e contromosse per il futuro.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Penso che in caso di chiusura definitiva non si possa parlare di campionato “falsato”, a meno che, la Lega, determinasse dei verdetti a tavolino inadeguati e ingiusti. Se invece ci chiedessero di completare la stagione sul campo, penso che non ci sarebbe nulla di “falsato” anche in tal caso, anche se, saremmo tutti condizionati nella testa e nelle gambe, e si andrebbe comunque incontro ad un finale diverso da quello che ci si poteva aspettare se non ci fossimo mai fermati. Dinnanzi ad una possibile ripartenza, sarei onestamente molto combattuto, perché la voglia di tornare a giocare è grandissima e fa da contraltare ad una realistica visione delle cose. Da una parte c’è la passione per il Calcio, dall’altra, una triste realtà che ci impone di capire come non sia ancora possibile ripartire. E infatti, ribadisco la necessità di prendere una decisione rapida ed univoca, a salvaguardia del futuro della categoria e della regolarità della prossima annata. Credo di interpretare il pensiero della maggior parte di noi calciatori e so benissimo che, chi oggi spera di poter tornare in campo nonostante i mille rischi, lo faccia soprattutto per un fattore economico. Comprendo pienamente chi vede, in un’ipotetica ripresa, la possibilità di recuperare qualche stipendio in più. Questa, è una motivazione più che legittima, anche se, temo sia fine a se stessa, perché al di là di qualunque nostra problematica, non credo che ci sarà modo per tornare in campo prima della prossima stagione.
Nel caso in cui non si potesse effettivamente fare a meno di chiudere in anticipo la corrente Stagione, avranno un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Angelo Raffaele Nolè, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Se toccasse a me stabilire i vari verdetti conclusivi, opterei senz’altro per la promozione delle attuali prime in classifica, in tutti i campionati e categorie. Si è giocato più di 2/3 della stagione e chi è primo lo ha meritato. Al tempo stesso, credo sia giusto bloccare del tutto le retrocessioni, cercando così di scontentare il minor numero di squadre possibile. Questa, penso che sia la soluzione migliore per tutti, anche perché, quelle capolista che hanno un vantaggio cospicuo sulla seconda e il campionato ormai in tasca, non possono essere di certo penalizzate con l’annullamento della stagione o con l’eventuale disputa di soli Play-Off allargati. E credo che le varie Leghe non si possano consentire di bloccare Società importanti, che hanno il potenziale per fare tanto nel Calcio. A quel punto, alcuni Presidenti, sarebbero portati a non condividere determinate decisioni, sino al punto da lasciare definitivamente questo ambiente. La promozione delle attuali capolista e il blocco delle retrocessioni, sono convinto che siano le soluzioni più opportune, che non porteranno ad avere dei Gironi in sovrannumero, proprio perché tante squadre non si iscriveranno l’anno prossimo e si rischierà, più che altro, una drastica riduzione del numero di Società partecipanti.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. Quest’anno, hai segnato 8 reti in 20 presenze, ritrovando la Serie D dopo sedici anni di grandi soddisfazioni in giro per l’Italia, totalizzando più di 100 gol in oltre 400 presenze tra Serie B e C. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
La scorsa estate, sono sceso di categoria dopo sedici anni tra i Professionisti. Ho avuto diverse proposte, ma ho scelto il Francavilla, consapevole della grande serietà della Società, una circostanza determinante per la mia scelta. Facendo una valutazione della mia stagione, tenendo conto dei soli numeri, penso di poter essere abbastanza contento. 20 presenze e 8 reti, spesso non giocando da titolare, a causa di una frattura al naso e poi di un’altra ad una costola, penso sia uno score piuttosto positivo. All’inizio devo dire che ho fatto un po’ di fatica ad ambientarmi in un campionato diverso da quelli affrontati negli ultimi anni, molto più fisico e tosto, specie nel Girone H. Poi però, mi sono gradualmente riabituato a certi ritmi e penso che qualcosa di buono si sia fatto. In un’annata, in generale, molto difficile per la nostra squadra, credo che il bilancio a livello personale sia positivo. Fisicamente sto abbastanza bene e, mentalmente, mi sento come il ragazzino di quindici anni fa e questo fa indubbiamente la differenza. Se devo dare uno sguardo al prossimo futuro, penso di continuare a giocare finché il fisico e la testa reggono proprio come in questo momento. Con la famiglia Cupparo ho un rapporto splendido, al di là delle dinamiche di campo. Non avrei alcun problema a continuare qui il mio percorso da calciatore, anche se, qualora dovesse arrivare una proposta seria e con le giuste garanzie a livello di Serie C, la valuterei con attenzione, nel rispetto mio, della mia famiglia, e di chi ha fatto tanto per volermi qui a Francavilla.
In questo momento, classifica alla mano, il Francavilla sarebbe una delle due formazioni condannate alla retrocessione diretta in Eccellenza. Un verdetto che saprebbe tanto di beffa, mancando sulla carta ancora otto gare ed essendovi fermati proprio nel vostro miglior momento di forma. L’attuale piazzamento, a detta della maggior parte dei vostri avversari, non rispecchia affatto il valore dell’organico rossoblù e siete stati condizionati da una buona dose di sfortuna, che vi ha accompagnato lungo tutta l’annata. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella del Francavilla? L’eventualità che non possiate più tornare in campo per cercare di centrare l’obiettivo salvezza, quanto rammarico comporterebbe all’interno del gruppo?
Nel complesso, tralasciando la classifica, ci siamo resi protagonisti di una stagione abbastanza buona. Abbiamo disputato delle ottime partite, esprimendo sempre un gioco propositivo. E’ stata una di quelle classiche annate dove, al minimo errore, alla minima occasione, si subiva gol. Per esperienza, dico che possono capitare delle stagioni storte, dove non ne vada bene una, e questa è la fotografia della nostra ultima. Abbiamo perso tante gare nei minuti di recupero, abbiamo pagato a caro prezzo episodi arbitrali clamorosi o errori individuabili inspiegabili. Ci sono state situazioni senza una ragione, durante un’annata negativa e troppo sfortunata. Il rammarico è doppio, perché abbiamo un organico di ottimo livello e soprattutto un gruppo molto unito, nonostante i risultati non positivi. L’ambiente è stato sempre sano e compatto in entrambe le gestioni tecniche e finire così è davvero un gran peccato. Se poi penso al gol incassato all’ultimo istante dell’ultima gara sin qui disputata, la rabbia è tanta. Con due punti in più, saremmo fuori dalle due ultime posizioni e non saremmo condannati alla retrocessione, nel caso in cui si dovesse decidere di far scendere le due che ora occupano i due posti in fondo alla classifica. Il rammarico per non poter tornare in campo, sarebbe ancor più grande in quel caso. Abbiamo pagato più di tutti questa sosta forzata, perché ci siam fermati proprio nel nostro momento migliore. Non a caso, abbiamo sempre puntato lo sguardo alla prima squadra collocata fuori dai Play-Out, convinti che potessimo raggiungere tranquillamente una salvezza diretta, e questo stop, ha stravolto ogni nostro piano e obiettivo. Peccato, ma è giusto guardare il bicchiere mezzo pieno, perché di cose positive ce ne sono comunque state tante e attendiamo di sapere, con fiducia, quello che sarà lo scenario conclusivo del nostro campionato.
Raffaele, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente rossoblù?
Voglio incoraggiare tutti ad essere sempre propositivi. Nonostante il momento difficile, che ci vede costretti tra le mura di casa, bisogna affrontare tutto con un atteggiamento positivo ed ottimistico. Questo ci darà lo slancio per farci trovare pronti quando sarà possibile tornare ad una piena normalità. Mi auguro che medici e scienziati trovino presto un vaccino, che ci consenta di riappropriarci di quella preziosa libertà di cui siamo privati già da troppo tempo.
Si ringraziano Angelo Raffaele Nolè e la F.C. Francavilla, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.